Nell’Hero Dubai Desert Classic il nordirlandese ha superato all’ultimo putt, per un solo colpo, Patrick Reed.

Se è vero che le vittorie sofferte sono quelle più belle, allora ha avuto ragione Rory McIlroy a fare salti di gioia al termine dell’Hero Dubai Desert Classic che si è disputato sul percorso dell’Emirates Golf Club. Quella di Rory è stata una vittoria conquistata all’ultimo putt (-19) ai danni di Patrick Reed (-18), un successo che fa del nordirlandese il giocatore simbolo del golf mondiale. Dopo quattro major, tre FedEx Cup e quattro Harry Vardon Trophies (premio assegnato al miglior giocatore del massimo circuito europeo della stagione) adesso si aggiunge anche il primo titolo nella Rolex Series e, a rendere ancora più speciale il meritato trionfo di Dubai, c’è da tenere conto della grande soddisfazione di avere superato per un solo colpo quel Patrick Reed con il quale non scorre certo buon sangue. 
Il torneo, che ha visto i tre italiani in gara (i fratelli Molinari e Migliozzi) subito fuori dopo i primi due giri che hanno portato al taglio, è vissuto anche e soprattutto sugli screzi tra Rory e Patrick: a inizio settimana l’americano ha accusato il rivale di un comportamento non sportivo per non averlo salutato in campo pratica, poi la diatriba è continuata in sala stampa dove McIlroy ha fatto sapere senza troppi problemi il suo “disgusto” nei confronti dei giocatori del Liv Golf che prendono parte a un evento del DP World Tour.
Le fiamme si sono quindi accese lungo il percorso del Majlis Course dove nella giornata di lunedì è stata una battaglia tra i due contendenti che ambivano al titolo. La svolta della gara sono stati i due birdie finali del giocatore europeo, alla buca 17 e alla buca 18, due colpi che hanno suggellato una vittoria sofferta e, per questo motivo, ancora più bella. 
Alle spalle dei due grandi protagonisti, in terza posizione, si è piazzato Lucas Herbert con -16, seguito a -15 da Callum Shinkwin. La top 10 è stata completata da Julien Brin (-14), Thomas Pietrs e Ian Poulter (-13), Henrik Stenson, Johannes Veerman, Marcus Kinhult, Richard Bland e Angel Hidalgo (-12).

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