In California (PGA Tour) nono titolo per l’americano. il torinese chiude decimo e torna nella Top 100 mondiale. Eurotour: negli Emirati Arabi trionfa Casey; Bertasio (41°), miglior azzurro.

Nel Farmers Insurance Open (PGA Tour), vinto da Patrick Reed, ancora una volta Francesco Molinari ha disputato una buona prova ottenendo la seconda Top 10 consecutiva. A La Jolla (vicino San Diego) il texano, con un totale di 274 colpi (64 72 70 68, -14) ha festeggiato il nono titolo in carriera sul circuito. In un appuntamento che s’è concluso con un autentico show di Chicco Molinari risalito dal 39/o al 10/o posto con 281 colli (72 71 72 66, -7). 

Molinari in grande spolvero, seconda Top 10 consecutiva. Non accadeva dal 2019 – E’ un Molinari ritrovato quello che s’è presentato ai nastri di partenza del PGA Tour 2021. Dopo l’ottavo posto al The American Express, il torinese, nel suo secondo appuntamento stagionale, ha confermato i buoni propositi: era dal 2019 (terzo posto al WGC Dell-Technologies Match Play e quinta piazza al Masters Tournament) che il re della Ryder Cup 2018 non collezionava due Top 10 consecutive. Un risultato che ha permesso a l’azzurro di tornare nell’élite del golf mondiale: dal 110/o posto della vigilia della competizione, il piemontese è passato al 95/o con 1.4722 punti. A dominare la scena nel Ranking Mondiale è sempre l’americano Dustin Johnson, primo con 11.9865 davanti allo spagnolo Jon Rahm, secondo con 9.3664. 
Gran finale di gara per Chicco: round bogey free con 6 birdie – Insieme all’austriaco Sepp Straka (per lui miglior parziale di giornata, 65, -7) e all’americano Luke List (66, -6 di giornata), Molinari, vincitore nel 2018 dell’Open Championship, è stato tra i tre giocatori della manche conclusiva a realizzare un parziale bogey free chiuso in 66 colpi (-6) e avvalorato da 6 birdie. Una performance degna di quel “Laser Frankie”, soprannome riservatogli dalla stampa mondiale dopo i suoi exploit nel 2018, devastante da tee a green e letale con il putt. Su un campo, il South Course (par 72) del Torrey Pines GC, che non è solo (con le sue 7.756 yard) il più lungo del PGA Tour, ma anche tra i più difficili. E il prossimo giugno (17-20) ospiterà lo US Open, uno dei 4 Major del golf maschile. 

La nona volta di Reed, più forte delle polemiche – Dopo il “moving day” Reed è finito nuovamente nel mirino della critica per aver spostato dalla sua posizione naturale una pallina finita nell’erba alta e fangosa, ancora prima dell’autorizzazione di un funzionario delle regole. Un episodio dubbio, che ha fatto discutere e ricordare quanto già successo nel 2019 all’Hero World Challenge, quando lo statunitense andò in contro, per fatti analoghi, a due colpi di penalità. Ma nell’ultimo atto del Farmers Insurance Open il 30enne di San Antonio ha dominato la scena. 
La vittoria dell’americano al Farmers col margine più ampio dal 2008 – Era dal 2008, anno della sesta impresa (di 7 totali nel torneo) di Woods, che un giocatore non vinceva la competizione con un gap così ampio sugli avversari. Con uno score di 274 (-14) Reed s’è preso il titolo rifilando cinque colpi a un quintetto d’inseguitori composto dai connazionali Ryan Palmer, Tony Finau e Xander Schauffele, tutti 2/i con 279 (-9) al fianco del norvegese Viktor Hovland e dello svedese Henrik Norlander. 
Quello di Reed è il primo successo dal 2016 (Brandt Snedeker) di un americano al Farmers Insurance. L’impresa in California ha permesso a Reed di passare dall’11/a alla 10/a posizione (6.5960) del world ranking e di incassare un assegno di 1.350.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 7.500.000. “Capitan America”, il soprannome di Reed per le sue performance alla Ryder Cup 2016, non vinceva dal febbraio 2020, quando s’impose nel WGC Mexico Championship.
Gli altri big –  Top 10 al Farmers anche per Rahm (campione nel 2017), 7/o con 280 (-8) al fianco degli americani Will Zalatoris e Lanto Griffin, che non ha digerito la vittoria di Reed. “I suoi episodi – lo sfogo del 32enne californiano – ci fanno arrabbiare”. 
Stesso score di Molinari per lo slovacco (nato però in Sudafrica) Rory Sabbatini, per l’australiano Adam Scott e per gli statunitensi Sam Ryder, Peter Malnati e Luke List. Non è andato oltre la 16/a posizione (282, -6) il nordirlandese Rory McIlroy. Diciottesima piazza (283, -5) per l’australiano Marc Leishman, vincitore nel 2020. Finale di gara da dimenticare per il messicano Carlos Ortiz (in testa con Reed al termine del terzo round), solo 29/o (284, -4) dopo un parziale chiuso in 78 (+6). Delude pure Richy Wereneski, protagonista di una hole in one realizzata nel primo giro, 60/o con 290 (+2). 

Paul Casey

Sull’European Tour quindicesima impresa per Paul Casey, nuovo campione dell’Omega Dubai Desert Classic, secondo evento del 2021 che ha visto ancora una volta Nino Bertasio  (41/o) miglior azzurro in campo. Quarantatré anni compiuti lo scorso 21 luglio, negli Emirati Arabi Uniti Casey, dopo avere ipotecato il titolo nel terzo giro, s’è confermato nell’ultima manche e, con un totale di 271 colpi (67 70 64 70, -17), 4 di vantaggio sul sudafricano Brandon Stone, secondo con 275 (-13), ha fatto sua la gara. 
Per Casey 15/o titolo sull’European Tour – Il giocatore di Cheltenham ha festeggiato il quindicesimo titolo sul circuito, arricchendo così un palmarès già ricco di successi e caratterizzato anche da 3 imprese sul PGA Tour e una sul Korean Tour. In bacheca pure una World Cup e 4 presenze (con 3 successi) in Ryder Cup. Casey, che non vinceva sull’European Tour dal settembre 2019 (Porsche European Open), è risalito dalla 27/a alla 16/a posizione (con 4.4114 punti) del world ranking, guadagnando punti fondamentali nella corsa al pass (sponda Europa) per la Ryder Cup 2021 del Wisconsin (Usa).

Bertasio ancora una volta il migliore degli azzurri – Ancora una volta è stato Nino Bertasio il migliore tra gli azzurri. Trentacinquesimo ad Abu Dhabi, il bresciano, sul percorso dell’Emirates GC (par 72), ha chiuso l’Omega Dubai al 41/o posto con 286 colpi (75 68 72 71, -2). Dietro di lui il vicentino Guido Migliozzi, 44/o con 287 (71 67 73 76, -1), il torinese Edoardo Molinari, 66/o con 292 (76 67 74 75, +4) e il romano Renato Paratore, 67/o con 294 (74 70 73 77, +6). È invece uscito al taglio il fiorentino Lorenzo Gagli, 82/o con 146 (74 72, +2). Costretto nuovamente al ritiro, nel corso del primo giro il capitolino Andrea Pavan, rientrato negli spogliatoi dopo 13 buche causa un infortunio al polso che già lo aveva costretto a gettare la spugna nel corso del primo round dell’Abu Dhabi HSBC Championship. 

I delusi – Gli inglesi Tommy Fleetwood, Lee Westwood (re d’Europa nel 2020) e Matthew Fitzpatrick a Dubai hanno condiviso la 17/a posizione (281, -7). Mentre Hatton, altro player britannico (a segno ad Abu Dhabi), ha ottenuto la 22/a piazza (283, -5) al fianco, tra gli altri, dell’australiano Lucas Herbert (campione uscente). Gara da dimenticare per l’americano Collin Morikawa. Quinto nel ranking mondiale lo statunitense, mai in partita, ha chiuso la rassegna con un 68/o posto (295, +7). 

La sorpresa – Padraig Harrington, 49enne di Dublino, è stato tra le sorprese assolute del torneo. L’irlandese, capitano del Vecchio Continente alla Ryder Cup 2021, ha ottenuto la 6/a posizione (279, -9) al fianco dello spagnolo Sergio Garcia (a segno nel 2017) e dell’austriaco Bernd Wiesberger. 

CLASSIFICA FARMERS INSURANCE OPEN
CLASSIFICA DELL’OMEGA DUBAI DESERT CLASSIC

Fonte Ufficio Stampa Federgolf