Nel circolo di Pozzolengo (Lago di Garda) si respira già un clima di gara. I primi giocatori del 77° Open d’Italia hanno iniziato la prova campo e mercoledì si giocherà la Pro-Am. Al via ci saranno 17 azzurri, tra questi anche il paralimpico Perrino. Cinque i past winner con Kaymer e Westwood tra i più acclamati. L’Open, che passerà alla storia per una stretta di mano tra Franco Chimenti e Pietro Apicella, si giocherà a porte chiuse e si potrà seguire su Sky Sport e Rai Sport.

È la settimana del grande evento. È la settimana del Chervò Golf Club San Vigilio di Pozzolengo (località a due passi dal Lago di Garga). È la settimana del 77° Open d’Italia che ha ufficialmente aperto i cancelli per accogliere l’arrivo dei campioni, tra cui 17 azzurri trascinati da Renato Paratore, senza dimenticare l’aspetto dell’inclusione sociale, col player paralimpico Tommaso Perrino in campo al fianco dei big. Tra questi due ex numeri 1 al mondo, Lee Westwood e Martin Kaymer, e 5 past winner con Bernd Wiesberger campione in carica. 
Al Chervò si è dunque alzato il sipario sul 77° Open d’Italia (22-25 ottobre, mercoledì 21 anteprima con la tradizionale Pro-Am), con un dato di fatto importante per tutto il movimento: l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’impegno della Federazione Italiana Golf  che è anzi raddoppiato per far sì che la lunga e gloriosa storia dell’Open d’Italia, iniziata nel 1925, andasse avanti.

Pietro Apicella e Franco Chimenti

Poi c’è lui, l’uomo del giorno, Pietro Apicella, che non si è fatto sfuggire la grande opportunità di riportare – per la 41° volta – l’Open in Lombardia. All’uomo di poche parole, ma con tanti fatti alle spalle, è bastata una stretta di mano con Franco Chimenti per assicurarsi il grande evento. Era il 18 agosto e per molti sembrava un’idea quasi impossibile da realizzare, ma non per lui: Pietro Apicella si è subito rimboccato le maniche e adesso i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Apicella ha già vinto il suo Open e ora toccherà ad uno dei 114 giocatori iscritti alla gara mettere la firma sul successo finale. Lo dovrà fare vincendo su un percorso che molti, a torto, considerano facile. Chi pensa allo Chervò pensa al tradizionale campo senza però considerare che i pro dovranno partire dai battitori “Gold”, una distanza che per i dilettanti risulta praticamente impossibile.

A confermare o smentire le difficolta del percorso ci penseranno i grandi protagonisti, primi fra tutti l’inglese Westwood e il tedesco Kaymer, due campioni di grande carisma ed ex numeri uno mondiali che saranno tra le stelle più attese dell’evento. Westwood, 47enne di Workshop, è uno dei pochissimi ad aver vinto su tutti i circuiti più importanti in cinque diversi Continenti (Europa, Nord America, Asia, Africa e Oceania). In bacheca 44 titoli complessivi di cui 25 sull’European Tour – l’ultimo a gennaio nell’Abu Dhabi Championship (Rolex Series) – e due sul PGA Tour. È stato per due volte primo nella money list europea (2000, 2008), per tre volte giocatore dell’anno sul tour continentale (1998, 2000, 2009) e ha disputato dieci Ryder Cup con il Team Europe, vincendone sette. A ottobre 2010 è divenuto numero uno del World Ranking, secondo inglese della storia a riuscirci dopo Nick Faldo con il quale formò una delle più forti coppie in Ryder Cup, ponendo fine al regno di Tiger Woods e rimanendo al vertice per 22 settimane.
Kaymer, 35enne di Dusseldorf, è salito sul tetto del mondo golfistico nel 2011. Nel suo palmares figurano due major, il PGA Championship (2010) e l’US Open (2014) e, al netto di questi, nove successi sull’European Tour e uno sul PGA Tour. Nel 2007 è stato nominato “rookie of the year” continentale e nel 2010 si è imposto nella money list. Ha difeso i colori europei in quattro Ryder Cup, conquistandone tre. Non ha avuto fortuna all’Open d’Italia 2015 quando fu superato dallo svedese Rikard Karlberg al playoff.

Grande attesa per gli azzurri in gara – Saranno 17 gli italiani in gara, tutti ben motivati e con buone prospettive volte ad ottenere un risultato di prestigio. Paratore si è già messo in evidenza con il successo nel British Masters, il secondo posto dopo playoff nel Mauritius Open e il settimo nel prestigioso BMW PGA Championship. Ma anche gli altri azzurri vantano esperienza e qualità. Da Guido Migliozzi a Nino Bertasio – bresciano d’adozione -, da Edoardo Molinari a Francesco Laporta, da Lorenzo Gagli a Lorenzo Scalise, tutti impegnati sull’European Tour. C’è attesa anche per Matteo Manassero, da poco tornato alla vittoria, e hanno una buona opportunità di metersi in evidenza Aron Zemmer, Enrico Di Nitto, Giulio Castagnara, Filippo Bergamaschi, Stefano Mazzoli, Federico Maccario e Andrea Saracino, così come il giovane dilettante azzurro Andrea Romano.
In un torneo all’insegna dell’inclusione sociale, nel segno del Progetto Ryder Cup 2023 e a testimonianza che il golf è uno sport veramente aperto a tutti, sarà sul tee di partenza Tommaso Perrino, 36enne paralimpico con funzionalità limitate a una gamba, vincitore lo scorso anno al Golf del Ducato di Parma dell’Open d’Italia Disabili e in Finlandia del Finnish Disabled Open, con un secondo posto all’Abierto de Madrid de Golf.

Difenderà il titolo Wiesberger, 35enne di Vienna con sette successi sull’European Tour dei quali due in eventi delle Rolex Series. Nel 2019, all’Olgiata Golf Club di Roma, è stato il primo austriaco a trionfare all’Open d’Italia. E ora avrà l’opportunità di realizzare un’impresa rara del torneo, provando a centrare il back-to-back, ossia imporsi due volte di fila, avvenimento che non si verifica da 73 anni, ossia da quando il belga Flory Van Donck calò il “double” nel 1938 e nel 1947 (dal 1939 al 1946 l’Open non si giocò per la seconda guerra mondiale). Van Donck, scomparso nel 1992, era un vero gentleman del green e ritenne doveroso recarsi a Sanremo, malgrado le difficoltà del dopoguerra, per onorare il titolo, anche se erano passati tanti anni. Tolse ad Aldo Casera, secondo, la soddisfazione di fregiarsi di un alloro che però conquistò l’anno successivo. Il belga imitò il francese Auguste Boyer, che conseguì di fila (1930-1931) al Golf Club Villa d’Este le ultime due delle sue quattro vittorie nel torneo, record che condivide con lo stesso Van Donck.

I past winner e i tanti pretendenti al titolo – Saranno cinque i past winner in gara. Wiesberger sarà affiancato dal danese Thorbjorn Olesen, campione nel 2018, dallo svedese Karlberg, a segno nel 2015, dal francese Julien Quesne, vincitore nel 2013, e dallo spagnolo Gonzalo Fernández-Castaño, autore di una doppietta (2007-2012). Peraltro Olesen ha un buon feeling con l’Italia poiché nel suo palmarès figura anche il Sicilian Open (2012), così come hanno buoni ricordi della penisola, anche loro nel field, l’iberico Alvaro Quiros, sette titoli nel tour che in Sicilia trionfò nel 2017, e il transalpino Raphael Jacquelin, che inaugurò l’albo d’oro nel 2011. 
Sei i vincitori stagionali: oltre a Paratore e a Westwood giocheranno gli spagnoli Jorge Campillo e Adrian Otaegui, a segno domenica scorsa nello Scottish Championship, il francese Joel Stalter e lo scozzese Marc Warren. Ma saranno tanti i concorrenti in grado d’impedire il bis a Wiesberger e di aspirare a un ruolo da protagonisti. Tra gli altri ricordiamo alcuni vincitori sull’European Tour quali l’inglese Matt Wallace, in grande spolvero nello Scottish Championship (2°) e che nel 2016, prima dell’arrivo tra i big (quattro i successi), s’è affermato sull’Alps Tour collezionando 6 vittorie, di cui 3 in Italia). E ancora: i connazionali Steven Brown e Jordan Smith, il francese Victor Perez (secondo al BMW PGA Championship), l’olandese Joost Luiten, l’iberico Alejandro Cañizares, il belga Nicolas Colsaerts, il gallese Jamie Donaldson, lo scozzese Scott Jamieson, il sudafricano Dean Burmester e l’australiano Wade Ormsby. Dall’Asia il cinese Ashun Wu (4 titoli) e gli indiani Gaganjeeet Bhullar (1) e Shiv Shankar Prasad (S.S.P.) Chawrasia (4), gli ultimi due in cerca di un successo nel Vecchio Continente poiché fino ad ora hanno vinto solo fuori Europa. Non ha ancora collezionato exploit, ma si è fatto notare con due Top 10 alla prima stagione sul circuito Maverick Antcliff, 27enne australiano di Beaudesert, città natale anche del campione Jason Day, ben deciso a trovare la sua giusta dimensione in Europa, dopo aver dominato nel 2019 sul China Tour, imponendosi in tre gare e nell’ordine di merito. 

I partner – Il 77° Open d’Italia, che ha il patrocinio del CONI e della Regione Lombardia, grazie alla collaborazione di Infront, Official Advisor della FIG, ha l’apporto di un pool di qualificati partner: Main Sponsor: DS Automobiles, Rolex. Official Sponsor: Fideuram. Media Partner: Corriere dello Sport, Il Giornale, Tuttosport, RDS 100% Grandi Successi. Official Supplier: Consorzio Lugana D.O.C., Eureco, Gielle, Kappa, San Benedetto, Sharp, Giardini Valle dei Fiori.

Formula di gara – Al torneo parteciperanno 114 concorrenti. Si giocherà sulla distanza di 72 buche, 18 al giorno. Dopo i primi due giri il taglio lascerà in gara i primi 65 classificati e gli eventuali pari merito al 65° posto. Al vincitore andranno 160.650 euro a fronte di un montepremi complessivo di 1 milione di euro.

L’Open d’Italia in televisione con Sky Sport e Rai Sport  – Il 77° Open d’Italia avrà una duplice copertura televisiva da parte di Sky Sport e Rai Sport. Questa la programmazione prevista: Sky Sport Arena e streaming su NOW TV (oltre che su Sky Go, anche in HD) – Giovedì 22 ottobre (prima giornata) – dalle 12.30 alle 17.30; Venerdì 23 ottobre (seconda giornata) – dalle 12.30 alle 17.30; Sabato 24 ottobre (terza giornata) – dalle 13 alle 17.30; Domenica 25 ottobre (quarta giornata) – dalle 12 alle 16.30.

Rai Sport – 22 ottobre 23:15 – 24:00 differita sintesi 1° giornata; 23 ottobre 23:15 – 24:00 differita sintesi 2° giornata; 24 ottobre 24:30 – 01:15 differita sintesi 3° giornata; 25 ottobre 14:00 – 16:30 diretta 4° giornata e dalle 12.00 in streaming sul sitowww.raisport.rai.it . 

Norme anti-Covid: la sicurezza come priorità – Tra le priorità di quest’Open d’Italia, la sicurezza di tutti partecipanti all’evento (dai giocatori fino agli addetti ai lavori) è stato il punto centrale di tutta la macchina organizzativa della FIG. Sulla base del protocollo “bolla” stabilito dall’European Tour e nel rispetto delle disposizioni vigenti in ambito nazionale e regionale, verranno osservate tutte le norme per limitare il rischio di contagio da Covid-19.

Il percorso di gara, per lo Chervò è il debutto all’Open d’Italia – Per la prima volta nella sua storia lo Chervò Golf Club San Vigilio ospiterà la competizione. Il percorso di gara, che sorge attorno ad un’abbazia benedettina del XII secolo, a pochi passi dal Lago di Garda, vanta 36 buche, di cui 9 executive e 27 da campionato, suddivise nei percorsi Benaco, Solferino e San Martino. Opera dell’architetto Kurt Rossknecht, fondato nel 2008, in queste ore è già stato apprezzato dai campioni in gara che hanno iniziato a confrontarsi con ostacoli d’acqua, bunker e fairway contornati da ampi rough. 

Pietro Apicella