Dopo la Stella d’oro al merito sportivo del 1968, un altro prestigioso riconoscimento per il circolo capitolino. In cento quattordici anni di storia conquistati ben 147 titoli nazionali. Il presidente Plazzotta: “Un onore per tutti noi”.

“Dopo la Stella d’oro al merito sportivo ottenuta nel 1968, ricevere anche il Collare d’Oro è per noi un grande onore”. La felicità del presidente del circolo del Golf di Roma Acquasanta, Silvio Plazzotta, è racchiusa queste poche parole, giusto per sottolineare “che si tratta di un riconoscimento importante che va ad un circolo che è stato l’alfiere dell’attività golfistica in tutta Italia”.
Alla consegna di un premio così importante, non potevano mancare personaggi importanti e infatti, nella Casa delle Armi al Foro Italico, c’erano il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro dello Sport Luca Lotti, il Presidente del CONI Giovanni Malagò e del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli.
Centoquarantasette titoli nazionali in 114 anni di storia: basterebbero solo questi due numeri a dare l’idea della magnificenza di un Circolo nato agli albori del 1900, quando a frequentare quello che si chiamava The Rome Golf Club erano per lo più diplomatici inglesi ed americani e i documenti venivano redatti in lingua inglese. Ma a fare la storia del Golf Acquasanta,  che nasce nel Parco naturale dell’Appia antica tra il Mausoleo di Cecilia Metella e l’Acquedotto Claudio, sono stati soprattutto i nomi di chi, partendo da qui, ha diffuso il golf nell’intero Paese: da Pietrino Manca, “il maestro dei maestri” che ha creato la sua scuola diventata pietra miliare per l’insegnamento, a Grappasonni, Croce, Angelini, e tanti campioni quali Roberto Bernardini e Massimo Mannelli, che proprio all’Acquasanta vinse l’Open d’Italia.
“Nomi importanti che hanno dato lustro a questo sport in tutta Italia”, commenta Silvio Plazzotta. D’altra parte, aggiunge il presidente del blasonato sodalizio romano, è la storia a raccontare che qui “hanno giocato gli inglesi, i gerarchi fascisti, gli americani durante lo sbarco: è qualcosa che fa parte della storia di Roma e della sua evoluzione”.
Amato in particolare modo da Galeazzo Ciano che, da Ministro degli Esteri, aveva non solo trovato i finanziamenti per le migliorie da apportare al campo, ma aveva adottato l’Acquasanta come una dépendance del suo ministero. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la Wehrmacht nel 1944 occupò il Circolo ed il forte dell’Acquasanta, i tedeschi rispettarono i green e non recarono danni alla club house. E quando venne chiesto ai piloti degli Spitfire e dei P-48 degli Alleati perché avessero risparmiato dai bombardamenti quel campo, risposero: “Saremmo stati matti a distruggere l’unico campo da golf di 18 buche a sud di Firenze”. Nel Dopoguerra l’Acquasanta divenne il punto di riferimento per i golfisti provenienti da ogni parte del mondo, per lo più Gran Bretagna e Stati Uniti. E furono i campioni provenienti dall’Acquasanta a riempire l’albo d’oro del golf dilettantistico italiano, tra tutti Franco Bevione e Isa Goldschmid. È anche per questo, per le vittorie dei suoi soci, che nel 1968 il Circolo ricevette la più grande onorificenza nazionale: la Stella al merito nazionale.
Oggi sono circa 800 i soci del Circolo: per entrare  a farne parte c’è bisogno che la richiesta sia controfirmata da due soci appartenenti al Circolo da almeno cinque anni. Un ambiente esclusivo, e non potrebbe essere altrimenti scorgendo la lista dei presidenti, dai principi Doria e Eugenio Ruspoli, dai conti Alfredo di Carpegna e Angelo Tommasi di Vignano; e quella dei soci, dai Borghese ai Pacelli, dai Colonna ai Pecci ai Barberini, fino a Gianni Agnelli.
C’è chi pensa che siamo un circolo esclusivo e lo siamo certamente per il posto, la storia, la tradizione. Ma la nostra esclusività non ci impedisce di aprirci al mondo dei giovani: abbiamo un’Academy di ragazzi che abbiamo tutto l’interesse a far crescere”, chiosa Plazzotta che ricorda la prossima meta, quella della «Ryder Cup 2022, che proprio a Roma metterà a confronto diretto i migliori giocatori di Europa e Stati Uniti. Un’opportunità per tutti, dove sarà importante fare squadra, accogliere i golfisti di ogni Paese d’ Europa e far conoscere loro la storia e le meraviglie dei nostri posti”.

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