Nicola Risaliti, amministratore della pagina “Fratellanza Golfistica” su Facebook, nonché vicepresidente vicario della Federgolf toscana, ha pubblicato un interessante post in cui emerge il suo grande amore per il golf e allo stesso tempo avanza una proposta concreta al presidente Franco Chimenti. Nessuna polemica per i provvedimenti presi dal Governo, ma soprattutto nessuna polemica nei confronti della FIG: nella sua lettera aperta, Risaliti offre uno spunto di riflessione per il post Coronavirus, una proposta che su Facebook ha già aperto un dibattito costruttivo che speriamo rimanga tale.

Nicola Risaliti

Questa la lettera aperta che Nicola Risaliti ha scritto al presidente della FIG Franco Chimenti:
“Non tutto il male viene per nuocere”, un vecchio adagio derivato dalla saggezza popolare che molto spesso corrisponde a verità.
Mentre il mondo si interroga sulle ragioni che hanno determinato l’insorgere della pandemia del Coronavirus i governanti, doverosamente, s’ingegnano nel mediare tra libertà personali e misure restrittive per cercare di arginare il contagio e salvaguardare la salute delle persone, in una escalation di provvedimenti che assomigliano sempre di più ad un “necessario coprifuoco”.
Sicuramente il limitare la circolazione delle persone e impedire la frequentazione dei luoghi più o meno affollati, oltre a raccomandare la distanza di sicurezza, l’evitare i contatti fisici e l’osservanza delle più basilari misure igieniche come il frequente lavaggio delle mani, per spingersi oltre fino all’uso di disinfettanti e mascherine protettive, costituiscono concreti fattori di contenimento del contagio.
Tuttavia, altri provvedimenti che interdicono l’attività sportiva all’aria aperta, sicuramente necessari in questa fase, soprattutto se si tratta della vita delle persone, pongono l’esigenza, una volta superata l’emergenza, di un concreto approfondimento scientifico su ciò che è opportuno o non è opportuno fare, in particolare per chi l’attività sportiva la deve fare, non tanto per motivi di svago o professionali, ma perché necessaria per la sua salute, fisica e mentale.
Ma quali sono gli sport all’aria aperta per i quali, come in questo caso, i benefici salutistici potrebbero risultare superiori ai rischi di diffusione del contagio? Al momento credo che nessuno lo sappia: non emergono studi scientifici che analizzano i rapporti tra lo sport praticato all’aperto e la salute, o meglio, tra sport all’aperto e malattia in uno scenario equiparabile a quello attuale, che probabilmente potrà ripresentarsi in futuro. Fatto questo che, è bene ricordarlo, motiva ulteriormente gli attuali provvedimenti.
Ebbene, in questo scenario il Golf, secondo buon senso e con le opportune limitazioni (interdizione degli spazi comuni come docce, spogliatoi, bar, ristorante o addirittura l’intera club house, ridurre il numero delle partenze, ridurre il numero dei giocatori di ogni partenza, interdire l’uso comune del cart, l’accesso del pubblico ecc.) svolgendosi all’aperto ma in zone circoscritte, comunque in circostanze che favoriscono il mantenimento delle distanze di sicurezza, certamente si presta più di molti altri sport a costituire elemento di possibile deroga salutistica ai vari e possibili provvedimenti limitativi della circolazione delle persone, ovviamente qualora le circostanze rendono possibili tali deroghe. D’altra parte, sono già noti i tanti studi scientifici che in generale dimostrano comunque la salubrità di questo sport e di come la sua pratica incrementi l’aspettativa di vita dei suoi praticanti. Credo che la natura, con questa terribile pandemia, ci abbia offerto una occasione formidabile di riflessione su come uno degli sport più antichi, nato per assecondare le esigenze ludiche dei nostri avi, possa oggi fondare la propria ragione di esistere e di diffondersi ulteriormente sulla base di una “scientificamente comprovata” attitudine salutistica.
In questo contesto, ed in questo momento storico, si inserisce l’evento golfistico per eccellenza, la Ryder Cup 2022, che Lei, caro Presidente, ha voluto con forza e determinazione per donarla al popolo dei golfisti e alla Nazione intera e che adesso può diventare l’occasione più propizia per promuovere una ricerca a livello scientifico, magari sotto l’egida del Ministero della Salute, che analizzi dal punto di vista medico la nostra disciplina sportiva e ne dimostri la prevalenza dei fattori benefici per la salute rispetto ai fattori di rischio indotti, come in questo caso, dalla circolazione delle persone, oppure ne dimostri il contrario, rendendoci ancora più consapevoli dei rischi che corriamo e delle precauzioni che dobbiamo prendere in circostanze analoghe.
Il marketing del nostro sport non potrebbe che trarre beneficio dalla disponibilità di un nuovo strumento scientifico basato sulle esigenze (e sulle emergenze) del nostro tempo.
Suo Nicola Risaliti