Sul sito “Levante News” è apparsa una lettera-denuncia scritta da Fabrizio Pagliettini, direttore Circolo Golf e Tennis Rapallo, che, visto l’argomento trattato, merita di essere portata a conoscenza anche ai nostri lettori.
Ecco la lettera a firma Pagliettini:
Seggiole di plastica a fianco del tee della buca sei, a pochi metri dal Monastero di Valle Christi, pronte ad accogliere ogni pomeriggio persone che comodamente, al fresco delle piante del parco, lasciano i cani, liberi da guinzaglio e museruola, a scorazzare nel verde come se fosse un’area a loro riservata e non alla pratica di uno sport; decine di persone ogni mattina e sera che accompagnano i loro cani a correre sul campo sempre rigorosamente senza guinzaglio e museruola (e se mancasse una prova  per quanto affermato, basterebbe verificare la quantità di deiezioni canine lasciate nei cestini forati -nati per accogliere bottigliette di bevande o resti di frugali merende sportive – o addirittura lungo la stradina che costeggia il campo).
Potete immaginare, considerate anche  le temperature estive, quale sia il profumo che accoglie un Socio del Club o un Ospite che magari ha fatto centinaia di chilometri per giocare a golf a Rapallo, dormire in un hotel della città e soggiornare nel nostro Tigullio. La notte poi la situazione è surreale…i collari diventano fosforescenti e si vedono sfrecciare gli animali intorno alla club house nel buio piu’ profondo. Il tutto magari alla vigilia di una gara importante. La mattina gli ostacoli di sabbia dovrebbero essere livellati e pronti al gioco…. dovrebbero!!
Vi lascio pensare al piacere di lavorare al massimo della professionalità per tenere in modo impeccabile il percorso e poi doversi confrontare tutte le mattine con questa realtà inconfutabile, continua, ingenerosa e foriera di indubbi aspetti negativi . Recentemente abbiamo riscontrato reti di protezione del campo letteralmente sfondate per fare entrare padrone e cane.
Tutto questo non è piu’ accettabile. Non possiamo pensare di non fare nulla; il Circolo da parte sua ha investito in vigilanza, in opera di convincimento, in presenza di dipendenti che spesso purtroppo scaturisce in discussioni senza vero costrutto.
Ci si scontra con la mancanza di cultura,  perché è indubbio che su un campo di calcio certe cose non succedano; ed è ancor piu’ devastante e triste constatare la mancanza di educazione, di rispetto. Rispetto in primis di chi ci lavora, poi di chi ha il sacrosanto diritto di praticare il suo sport in una  delle poche, concrete ed efficaci attrazioni turistiche del territorio.
Infine ci si domanda perché al di fuori del campo le regole siano piu’ o meno considerate tali mentre all’interno valga tutto o quasi…
Le conseguenze? Basta leggere sui volti increduli degli ospiti che arrivano alla buca sette estasiati dalla bellezza del Monastero e del parco che li avvolge in un verde abbraccio  e al tempo stesso stupiti, spesso spaventati e comunque non contenti dei fuori programma che fanno da cornice al loro gioco. Queste persone torneranno a Rapallo per quanto il Circolo faccia il massimo perché questo accada? Ho seri dubbi. Il golf è uno sport particolare e per certi versi pericoloso, il giocatore ama giustamente fare pratica sportiva in sicurezza e senza mettere a rischio le altre persone con la propria pallina. Quello che offriamo non è bello, non è rilassante, non è sportivo, non è, semplicemente, golf.
Molti Soci hanno sinceramente pensato alle dimissioni. Qualcuno, residente a Rapallo, probabilmente smetterà di giocare perchè non sa accettare di vedere una bellezza della sua città così deturpata e non difesa.
Cosa è stato ed è per Rapallo il Circolo Golf e Tennis lo dicono i numeri, i fatti e lo si legge nella sua storia.
E’ giunto il momento di chiudere la pagina delle polemiche, dei cartelli scritti in modo piu’ o meno chiaro, delle leggende secondo le quali il giorno di chiusura il campo diventa zona franca, e piuttosto di aprire quella della seria disamina del problema con un preciso, iniziale pensiero su cui costruire una riflessione piu’ ampia: possiamo permetterci di perdere o quantomeno svilire una attrazione turistica a livello mondiale o invece dobbiamo unire le forze per far si che sia ancora molto piu’ importante la sua ricaduta sul territorio?  Chiarito questo primo aspetto penso che sarà doveroso e logico fare qualcosa e farlo presto.
Fabrizio Pagliettini