Il giorno dopo è ancora tutto più bello. Mentre il ventiseienne inglese Tyrrell Hatton se la ride per il successo e, perché no, per l’assegno incassato, la Federgolf sorride. Un sorriso di soddisfazione per come sono andate le cose al Golf Milano, sia a livello organizzativo, sia come affluenza di pubblico (primato assoluto in fatto di presenze per un evento golfistico in Italia). 
I record non nascono mai per caso e oggi, col senno di poi, varrebbe quasi la pena ringraziare chi ha contribuito a far sì che il 74° Open d’Italia non si disputasse prima all’Olgiata di Roma e poi al Royal Park di Torino, sedi annunciate in pompa magna prima di ritornare in quella che molti, visto i successo delle due precedenti edizioni, consideravano la location ideale per un Open.
Finito l’evento dell’anno, a differenza di dodici mesi fa questa volta il presidente Franco Chimenti non si è sbilanciato nell’annunciare la sede del 75° Open d’Italia, ma sul piatto restano le parole pronunciate dal governatore della Lombardia Roberto Maroni in occasione della cena di Gala di sabato: “Datemi il via libera e mettiamo subito a bilancio il nostro impegno per ospitare l’Open d’Italia anche per i prossimi tre anni”
Parole importanti che a meno di ventiquattro ore di distanza hanno trovato consensi e certezze non appena i cancelli dello storico Golf Club Milano, fondato nel 1928 nello stupendo scenario del Parco di Monza, hanno aperto i battenti. Dai due varchi sono entrate 28mila persone, tantissimi appassionati di golf e molti neofiti che hanno rappresentato il dato positivo per eccellenza se solo si pensa alla politica che la Federazione ha voluto portare avanti all’insegna del motto “un golf per tutti”.
Numeri da capogiro, che adesso vanno capitalizzati per far sì che il golf italiano non torni nel suo letargo promozionale fino al prossimo Open. Franco Chimenti è uno abile e capace di lanciare le sfide, anche quelle impossibili, quindi siamo curiosi di vedere, dopo le sue dichiarazioni di rito (“Con questa edizione dell’Open d’Italia abbiamo dimostrato a tutti a che livello sia arrivato il nostro golf. Questo è uno sport fantastico, che si sta diffondendo sempre di più. Quello che si è appena concluso è stato un torneo grandissimo e continuerà a crescere in futuro”), cosa ci riserverà nei prossimi mesi.
Certo è che l’Italia sportiva e non, dovrebbe avere capito una cosa dopo i quattro giorni di Monza: il golf è uno sport che aggrega (sul percorso si sono viste famiglie intere, gente giovane e anziani), è uno sport dove si tifa per tutti e non s’insulta nessuno. Si applaude solo, sempre. 
Non sappiamo se tra le 73mila persone che sono entrate al Golf Milano c’era anche qualche politico che per mesi ha remato contro, di sicuro qualcuno ha sperato in un flop per mettere sulla graticola chi ha sostenuto il progetto, ma per loro, questa volta, è andata male.
Adesso però viene il difficile, perché certi successi vanno difesi e consolidati nel tempo e da qui al 2022 tante cose vanno ancora fatte, a cominciare dal numero di tesserati che va assolutamente incrementato, non fosse altro per dare credibilità a tutto il movimento. Ma di questo avremo modo di riparlarne.

Maurizio Bucarelli