Montali, direttore generale del progetto, ha spiegato nei particolari, alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, l’evento che si terrà in Italia nel 2022. “Sia chiara una cosa: i soldi pubblici stanziati non saranno utilizzati per la ristrutturazione del campo”.

Deciso, chiaro nella sua esposizione, convincente al punto da lasciare poco spazio ai suoi interlocutori, anche se il Movimento 5 Stelle prima, e il Movimento Democratico e Progressista a ruota, hanno cercato di metterlo in difficoltà, senza però avere grande successo. Gian Paolo Montali, al termine dell’audizione avvenuta presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, è uscito a testa alta, convinto di avere fatto tutto il possibile per spiegare ai politici perché la Ryder Cup del 2022, di cui lui è il direttore generale del progetto, è un affare anche per il nostro Paese.
“Non lo dico io, ma sono i numeri a parlare chiaro – ha detto Montali -. E questi numeri dicono che a fronte di un budget da 159 milioni previsto per sostenere la realizzazione della Ryder Cup in Italia, si avranno ritorni, tra indotto diretto e indiretto, che supereranno i 500 milioni di euro. Esistono anche stime che fanno prevedere che nell’arco dei 12 anni di copertura dell’evento si potrebbe arrivare al miliardo. La manifestazione porterà inoltre 83 milioni di euro d’incremento di gettito fiscale e 26 per le entrate fiscali dei montepremi dei singoli tornei. Un impatto, secondo uno studio fatto dalla Kpmg, che porterà grandissimo vantaggio anche e soprattutto per il turismo”.
“I numeri sono numeri – ha proseguito Montali -. Come vedrete dal business plan, sarà tutto molto preciso. È difficile trovare un progetto così, già coperto per circa il 70% grazie anche all’accordo da circa 40 milioni di euro siglato con Infront”. In silenzio davanti ai numeri snocciolati, c’è chi ha tentato di mettere in difficoltà Montali, come Federico D’Incà del Movimento 5 Stelle che ha chiesto chiarimenti su eventuali soldi destinati alla sistemazione del campo privato dove si giocherà la Ryder. Decisa la risposta del direttore: “Nessun soldo pubblico stanziato dal governo al progetto Ryder Cup verrà destinato al Marco Simone Golf and Country Club. Dei lavori di ristrutturazione si occuperà la proprietà del campo”. Per quanto riguarda la scelta del Marco Simone, di proprietà della famiglia Biagiotti, Montali, per l’ennesima volta, ha detto che «è stata una decisione degli organizzatori; era l’unico campo idoneo nel Lazio per profilo tecnico e l’unico che aveva gli spazi adeguati per potere ospitare quella che è considerata la terza manifestazione sportiva al mondo per presenze, ma anche per impatto mediatico. Ricordo che la Ryder muove circa 300mila persone nell’arco di una sola settimana di gara”.
Rispondendo poi a una domanda di Lucrezia Ricchiuti (Mdp), Montali ha spiegato che se in Francia – per la manifestazione che ospiterà nel 2018 – lo Stato ha stanziato meno che in Italia, è perché “la candidatura della Francia è stata fatta nove anni prima. Inoltre, la Francia non doveva, come nel nostro caso, competere con nazioni forti dal punto di vista golfistico, come Spagna, Germania e Austria. La storia e la tempistica ci hanno messo nelle condizioni di fare un’offerta completamente diversa, un’offerta che si è dimostrata vincente».
Nella sua esposizione Montali ha anche detto che “la vera motivazione per chi ci ha scelto è stata quella di avere un progetto che non finisse nel 2022, ma fosse prolungato fino al 2027 con obiettivo principale la diffusione del golf in Italia”. E a tale proposito, Montali ha anche voluto togliersi un sassolino dalle scarpe, aggiungendo che è arrivato il momento di “grattare via quella patina di “sport d’élite” o “roba per ricchi” che qualcuno ha voluto appiccicarci addosso. Poteva essere vero una volta, ma oggi è solo una leggenda. I costi sono drasticamente diminuiti, basta informarsi”.
Circa il progetto nella sua globalità, Montali ha aggiunto che “sarà una grande opportunità per il Paese. In questi 12 anni saranno disputati in Italia più di 100 tornei e 11 Open d’Italia. A questo punto dico che servono più campi pubblici e spazi per i campi pratica. Chiederemo ai Comuni di individuare aree dismesse da riqualificare. E poi diciamolo chiaramente: il golf ha bisogno di entrare nelle scuole. Vorrei firmare un protocollo con il Miur (n.d.r: il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) che consenta ai nostri ragazzi di svolgere le ore di educazione fisica sui campi da golf. Trovatemi un modo più educativo e salutare per trascorrere un’ora nella natura misurandoti con un’attività sportiva”.