Vincenzo Innocente, professionista in Germania, ha affrontato il tema dei campi a sei, nove, dodici e diciotto buche scatenando le più svariare reazioni e arrivando perfino a rovinare delle “amicizie”.

Meglio le gare a 9 o a 18 buche? Giusto creare campi a sei buche per poi giocare anche sulla distanza di sei, nove, dodici o diciotto buche?
Il dibattito è aperto e Facebook diventa inevitabilmente una palestra di dibattio con opinioni più o meno condivisibili. A lanciare il sasso, nei giorni scorsi, è stato Vincenzo Innocente(detto Cinciacchio), professionista PGA con esperienze a El Valle Golf Resort Murcia (Spagna) e oggi impegnato all’Anthal Golf Club  di Fridolfing (Germania), un comune di 4.166 abitanti situato nel land della Baviera.
Questo il suo primo post che ha subito acceso il dibattito:

Leggo di modificare il golf e creare campi a 6 buche per giocare anche tornei. Ma siete tutti fuori di melone? Io lavoro in un campo a 9 buche in Germania, campo adatto per neofiti, per signori di una certa età. Alle gare vengono veramente in pochi, perché preferiscono cimentarsi su 18 buche: il golf è 18 buche, stop! Il golf consiste anche nell’avere buche diverse per giocare facendo anche un tipo di tattica. Rigiocare le buche due volte o tre è noioso. Se non avete tempo per giocare non giocate, leggete un libro, andate a fare una passeggiata con il cane. Non venite a snaturare un gioco antico per fare i vostri comodi. Poi vi lamentate dei prezzi, ma non sento reclami per lo sci, per il tennis, eppure non hanno cambiato questi sport. Lasciate stare il golf; c’è già il footgolf che, direbbe Fantozzi, è una c….. pazzesca. Bisogna ritrovare il tempo per noi stessi, diminuire lo stress, non riportarli al golf. Se mettete fretta o se sbuffare, ripeto state a casa e non rompete”.

Boom, apriti cielo. Il post, scritto sicuramente d’impulso, ha scatenato i golfisti e indotto Vincenzo Innocente ad una dura replica:

“Ieri ho scritto cosa penso del mondo golf a proposito delle 6-9-12-18 buche. L’ho fatto per vedere il responso e ho notato tanti che credono di avere la bacchetta magica e sanno risolvere tutto. Ho anche cancellato dalle amicizie alcuni che conoscevo da tempo non solo su Facebook,ma anche personalmente. Perché? Sono stufo di sentire le stesse cose da decenni, dilettanti (nel senso non del mestiere) che credono di sapere molto di più di chi ne ha fatto un lavoro. Io posso sbagliarmi per carità, ma ho fatto una ragione della mia vita la passione di questo sport. Ho avuto l’abilità e la fortuna di farlo diventare il mio lavoro. Gioco dal 1964, professionista da 40 anni. Ho avuto la fortuna di lavorare in tre continenti dove il golf è vero sport nazionale (si può dire), ho frequentato corsi sia di tecnica, sia di management, oltre che marketing nel settore turistico. Ho lavorato per catene alberghiere importanti. Non mi sono fatto mancare niente. Una cosa ho capito bene: il golf non sfonderà mai in Italia per motivi che non sto ad elencare perché troppi. Quando ho capito questo, ho abbandonato l’Italia per andare all’estero e avere più soddisfazioni. Così è stato. Non capirò tante cose, ma le problematiche del mondo del golf si. Fino a quando non si lascerà lavorare chi è del settore e i dilettanti continueranno a dirigere e a manovrare le leve, il golf sarà sempre un fallimento. Circoli, Federazione, turismo… tutto in mano a persone che non vengono dal mondo del golf. Oppure ci sono quelli del golf, ma prendono ordini da chi non lo è o sono degli yes men e stanno zitti per tenersi il posto. Un modo di fare italico che non vale solo per la struttura golf, ma in tutte le istituzioni. Alla fine, l’Italia si merita questo nonostante abbia le risorse e le persone competenti; sarebbe la nazione europea più importante per il golf dove si aumenterebbe il turismo in maniera esponenziale. No, masochismo allo stato puro e niente meritocrazia. Solo darsi arie, essere fighi, fare fuffa. Buttare al vento soldi e opportunità e tanto bla bla bla, di cui l’italiano è campione del mondo”.

Con tanti ringraziamenti all’amico Vincenzo, adesso il dibattito può proseguire.