“I vertici del golf italiano ci snobbano” dice Carlo Farioli, presidente della Federazione P&P e presidente della IPPA (International Pitch & Putt Association). “Hanno annullato una convenzione che durava da 18 anni, poi quattro mesi fa hanno voluto incontrarci, ma sono nuovamente spariti. Non riescono a capire che anche noi possiamo promuovere il golf, forse anche meglio di certi costosissimi eventi”.

Sono passati 47 anni da quando Mina, nell’aprile del 1972, lanciò il suo singolo “Parole Parole”. Oggi, a distanza di tanti anni, Carlo Farioli, presidente della Federazione Italiana Pitch&Putt e presidente della IPPA (International Pitch & Putt Association), sembra nuovamente frastornato da quell’indimenticabile ritornello (“Soltanto parole, parole tra noi…), con la differenza, però, che questa volta a cantare non è Mina, ma la Federgolf Italiana.
“Dopo più di venti anni di attiva e una costante presenza nella galassia golfistica nazionale – dice Farioli – sembra che per la FIG il Pitch & Putt sia ancora come Carneade per Don Abbondio che nell’apertura del capitolo otto dei Promessi Sposi dice: «Carneade! Chi era costui?»” Ve lo ricordate…
Certo, ma cosa c’entra Don Abbondio?
“E’ un paradosso, capisco, ma sono amareggiato nel constatare che non sono bastati vari campionati ed eventi internazionali di grande livello organizzati nel corso degli anni, per fare capire alla nostra Federazione che il Pitch & Putt è una realtà e allo stesso tempo un buon veicolo per promuovere il golf. Chi ha iniziato con noi, negli anni è diventato golfista a tutti gli effetti e mi stupisce che in un periodo di grande difficoltà per reperire nuovi tesserati si continui a varare iniziative che lasciano il tempo che trovano e non si aiuti chi veramente potrebbe fare da cassa di risonanza per i neofiti”.
Vuole dire che il Pitch & Putt può portare nuovi tesserati alla Federazione?
“Non sono presuntuoso, dico solo che non siamo una nullità e dovremmo essere tenuti in considerazione, così come vanno tenuti in considerazione i circoli che sono la vera anima del golf, ma che in pratica devono sottostare alle imposizioni della Federazione”.
Dalle sue parole di deduce che Pitch & Putt e Federazione siano ai ferri corti: è così anche all’estero?
“Precisiamo che noi non siamo proprio ai ferri corti con la Federazione: la situazione attuale è che loro ci ignorano e non è detto che andando avanti così anche noi faremo altrettanto. Tra P&P e Fig non esiste dialogo e anche quando si è tentato di fare qualche incontro, alla fine sono state solo parole al vento. Noi siamo considerati meno di niente, mentre nel mondo golfistico internazionale il Pitch & Putt gode della stima e della considerazione di importanti Federazioni, come ad esempio quella spagnola e portoghese, i cui presidenti si stanno adoperando per far riconoscere il Pitch & Putt come disciplina vera in seno alla EGA (Associazione europea di golf) e un domani anche presso la IGF (International Golf Federation)”.
I fatti dicono che in Italia non siete considerati, mentre all’estero siete tenuti in grande considerazione, e il suo ruolo internazionale è un esempio.
“L’Italia del P&P ha la presidenza della Federazione Internazionale alla quale aderiscono un trentina di Paesi sparsi nei cinque Continenti e rappresentati per lo più dalle proprie Federazioni di golf. Tutto questo, però, sembra non bastare alla FIG per capire l’importanza di una tale carica, anche in proiezione della Ryder Cup del 2022“. Inoltre – prosegue Farioli – la IPPA sarà di nuovo a St. Andrews nel 2020 per la seconda Coppa del Mondo di P&P organizzata in collaborazione con R&A, ma forse anche questo evento è troppo secondario per essere tenuto in considerazione dalla nostra Federazione”.
C’è anche altro che bolle in pentola.
“Certo, pensi che l’International P&P Association ha dato incarico alla Federazione Italiana Pitch&Putt di organizzare i suoi due eventi clou del 2019, vale a dire gli Stati Generali del P&P internazionale, che si terranno a Roma in ottobre e che vedranno la partecipazione di molti autorevoli Presidenti e Rappresentanti del mondo golfistico mondiale. E come se non bastasse, in primavera, ad Assisi, ci sarà un altro evento di sicuro interesse: il 6 aprile, in occasione delle celebrazioni promosse da Peace&Sport (www.peace-sport.org) per la “Giornata Mondiale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e la Pace attraverso lo sport ”, il Pitch&Putt italiano sarà ospite e partner dell’evento che avrà sicuramente un valore e una risonanza mediatica mondiale”.
Scusi, ad Assisi ci sarete voi e non la Fig?
“Come sempre la Fig starà ancora alla finestra. Cosa vuole che le dica…”.
A quando risale l’ultimo incontro che ha avuto con la Federgolf?
“Circa quattro mesi fa. Sono stato a Roma insieme a Stefano Bianconi, presidente del Garden Golf, e siamo stati ricevuti da Gian Paolo Montali. Come al solito tante chiacchiere, progetti e promesse; poi, come ormai abitudine consolidata, sono spariti. Non solo, ci siamo incrociati in occasione di qualche evento istituzionale e hanno addirittura fatto finta di non vedermi”.
Immagino la sua delusione: ma secondo lei c’è ancora spazio per uscire da questa situazione?
“Per il bene del golf lo spazio esiste sempre; adesso, però, è arrivato anche il momento che la nostra Federazione Golf batta un colpo è capisca quali benefici si possono avere ascoltando la base. Noi del P&P siamo come Cenerentola, mentre in altre Nazioni golfisticamente più avanzate dell’Italia, il P&P funge da traino per la promozione del gioco, anche in previsione di un turismo golfistico sempre più costretto a fare i conti con tempi ridotti”.
Esistono impianti per promuove il Pitch & Putt in Italia?
“Esistono, ma si potrebbe fare meglio. Il P&P è un esempio di come si possa sviluppare un nuovo concetto di gioco che aumenti l’interesse per il golf con spazi per le strutture che, per quanto possibile, siano più vicine alle città e che permettano tempi ridotti di gioco con la conseguente diminuzione di costi, sia per gli investimenti, sia per la pratica”.
Vuole lanciare un appello alla Fig?
“Nessun appello. Dico semplicemente che la Federazione Italiana Pitch&Putt è pronta a sedersi intorno a un tavolo, anche se qualche tempo fa, inopinatamente, è stata annullata una convenzione che durava da 18 anni. Si può riprendere il cammino per costruire concretamente qualcosa di utile. Questa volta, però, la condizione è che si ragioni in tempi brevi e si arrivi davvero al dunque. Il tempo “delle parole, soltanto parole tra noi” è finito”.