L’ho sempre pensato e i riscontri li ho avuti fin dall’inizio: la Ryder Cup, oltre ad essere un grande avvenimento sportivo, e al tempo stesso una grande occasione per il nostro Paese che dovrebbe ospitarla (speriamo) nel 2022, in Italia è diventata soprattutto un problema politico.
Dalle nostre parti funziona sempre così: se una qualsiasi proposta è appoggiata da una corrente politica, state pur certi che sull’altra sponda, a prescindere, parte immediatamente il boicottaggio. Ormai siamo abituati a questo teatrino: basti pensare ai tanti progetti degli impianti sportivi che in molte città stentano a partire causa liti politiche, oppure ai grandi eventi (Olimpiade) sacrificati in nome di non si sa bene quali ragioni.
Non più tardi di martedì scorso (28 marzo) incontrando i giornalisti al Golf Marco Simone, il presidente Franco Chimenti, per l’ennesima vota, ha urlato ai quattro venti la sua certezza che la Ryder si farà. La stessa certezza il presidente l’ha manifestata anche giovedì 30, al termine di un incontro con il deputato del M5S Simone Valente, che in serata, però, ha subito smorzato l’entusiasmo del numero uno del golf italiano.
Le risposte che abbiamo avuto da governo e Federgolf sono insufficienti e dimostrano approssimazione” ha fatto sapere Valente attraverso un comunicato stampa, aggiungendo che “il ministro Lotti ha risposto ai nostri dubbi sulla Ryder Cup e dalle sue parole emerge chiaramente che l’evento prevede un passivo di 40 milioni di euro. Infatti, il ministero stima i costi in 150 milioni e i ricavi (escludendo i soldi statali) in 110 milioni. Ecco il capolavoro del renzismo applicato anche allo sport”.
Capito l’ultima frase? Il problema non è la Ryder, ma Renzi.
Valente ha poi fatto sapere che “c’è stato un incontro anche con il presidente della Federgolf Franco Chimenti e abbiamo apprezzato la sua disponibilità a parlare della situazione odierna della Federazione e dell’evento, ma non siamo affatto soddisfatti. Chiediamo alla Federazione di conoscere i dati e il bilancio previsionale di spesa innanzi tutto. Poi servono ulteriori chiarimenti sulla garanzia dei 97 milioni e sul dato dei tesserati. Riteniamo comunque – ha concluso il deputato del M5S – che la responsabilità sia tutta politica e non della Federgolf. Il pasticcio Ryder Cup è tutto del trio Renzi-Gentiloni-Lotti, sono loro i protagonisti negativi di tutta questa vicenda”.
E con questo finale, politicamente parlando, Valente ha rincarato la dose sull’aspetto politico e non certo sulla Ryder, che i bene informati, tra l’altro, assicurano piacere molto al deputato stellato membro della settima Commissione permanente (Cultura, Scienza e Istruzione).

E il ministro Luca Lotti, che solo qualche giorno fa si era incautamente sbilanciato affermando che tutto si stava risolvendo, cosa ha detto intervenendo in Commissione Cultura della Camera a proposito dell’evento che divide il mondo politico?
La realizzazione della Ryder Cup in Italia rappresenta un’enorme occasione di rilancio del nostro movimento sportivo. Se la Federgolf si dovesse aggiudicare definitivamente la Ryder Cup, l’Italia si aggiudicherà oltre trenta eventi internazionali diretti a promuovere questo sport nel nostro paese”.
Sposando la causa Ryder, Lotti ha poi aggiunto: “Questo è un argomento al quale tengo particolarmente e intendo precisare alcuni passaggi che possono aiutare la discussione in corso. Non c’è esborso di denaro da parte dello Stato, ma c’è solo la prestazione di una garanzia statale per copertura dei costi che gravano sulla federazione. La garanzia statale da 97 milioni di euro che va fornita per l’organizzazione della Ryder è a basso rischio: i costi stimati, circa 150 milioni di euro, saranno ampiamente coperti dai ricavi che gli organizzatori sono già oggi in grado di quantificare in circa 170 milioni di euro. Sul fronte dei ricavi ci sono i 60 milioni già stanziati dallo Stato e i 4 milioni previsti dal Coni nei prossimi tre anni. Poi vanno considerati i proventi dei contratti di sponsorizzazione, del merchandising e della vendita dei biglietti. E inoltre un’altra parte dei costi sarà coperta con la commercializzazione, anche all’estero, dei diritti radiotelevisivi: per comprensibili ragioni di riservatezza delle trattative in corso, le cifre non sono state ancora dettagliate, ma questo non m’impedisce di assicurare che si sono fatti avanti importantissimi operatori del settore con offerte in grado di coprire una grossa parte dei costi».
Lotti, infine, ha ricordato come “il nostro Paese non abbia ancora prestato alcuna garanzia e risulti a oggi inadempiente. Se tale condizione permarrà, Ryder Cup Europe potrà utilizzare la clausola risolutiva presente nel contratto e assegnare l’organizzazione dell’evento ad Austria, Germania o Spagna”.
Capito? A buon intenditore, poche parole.

Maurizio Bucarelli