Nel Masters Tournament, disputato sul percorso dell’Augusta National, lo spagnolo ha superato nel giro finale Brooks Koepka, al comando per tre round e raggiunto al secondo posto da Phil Mickelson. Ritirato Tiger Woods; Francesco Molinari out al taglio.

Jon Rahm ha vinto l’87ª edizione del Masters Tournament ed è tornato numero 1 al mondo. Sul percorso dell’Augusta National (par 72), ad Augusta in Georgia (USA), lo spagnolo ha firmato con 276 colpi (65 69 73 69, -12) il suo secondo Major superando nella giornata finale Brooks Koepka, che per tre round aveva condotto i giochi, e Phil Mickelson, entrambi giocatori della Superlega araba, secondi con 280 (-8). Al quarto posto con 281 (-7) Jordan Spieth, Patrick Reed e Russell Henley e solo al decimo con 284 (-4) Scottie Scheffler, campione uscente costretto a scendere dal trono mondiale. 
Rahm, 28enne basco di Barrika, ha trionfato nel giorno in cui Severiano Ballesteros avrebbe compiuto 66 anni, divenendo il quarto iberico a imporsi nel Masters Tournament, preceduto dal grande campione scomparso (due vittorie 1980, 1983), da Josè Maria Olazabal (due titoli 1994, 1999) e da Sergio Garcia (2017). 
Rahm è il 18° giocatore a fare l’accoppiata Masters-US Open, tra i quali c’è anche lo stesso Ballesteros. Ha portato a undici i successi sul PGA Tour, comprensivi dei due Major e, al netto di questi, ne vanta anche otto sul DP World Tour. Ha siglato il quarto titolo nel 2023, ma da ottobre scorso ne ha collezionati sei, compresi due sul tour continentale. Oltre alla leadership mondiale, ora è anche il primo nella graduatoria della FedEx Cup.
Al via dell’ultima giornata Rahm aveva quattro colpi di ritardo da Koepka dopo la sospensione per maltempo del terzo giro in cui entrambi avevano giocato solo sei buche. Ne ha annullati due sulle 12 buche rimanenti, ha agganciato lo statunitense alla quarta del turno conclusivo (un suo birdie contro un bogey del rivale), poi ha operato il sorpasso alla sesta per il secondo errore di Koepka che sostanzialmente ha alzato bandiera bianca quando i bogey sono diventati quattro alla 12ª. Ha chiuso con un 75 (+3, tre birdie, sei bogey). Rahm non ha avuto tentennamenti e non è mai stato a rischio (69, -3 colpi con quattro birdie e un bogey). Per lui un assegno di 3.240.000 dollari su un montepremi di 18 milioni di dollari.
Prodezze di Mickelson – Protagonista del giro finale anche Phil Mickelson, 52enne di San Diego (California), 45 titoli sul PGA Tour con sei Major. Con un 65 (-7), miglior score di giornata con un otto birdie (cinque nelle ultime sette buche) e un bogey, ha rimontato dalla 22ª piazza tra l’entusiasmo degli spettatori.
In classifica al settimo posto con 282 (-6) Cameron Young e Viktor Hovland, al nono con 283 (-5) Sahith Theegala e, insieme a Scheffler, Matt Fitzpatrick, Xander Schauffele e Collin Morikawa. Note di merito per il dilettante Sam Bennett, vincitore dell’US Amateur 2022, 16° con 286 (-2) dopo essere stato anche al terzo posto.
Record e ritiro di Woods – Pioggia, vento e sospensioni. Troppo per il fisico di Tiger Woods provato da incidenti e interventi chirurgici. Dopo avere giocato sette buche nel terzo round prima dello stop, la “Tigre”ha deciso per il ritiro, non senza, però, aver lasciato in qualche modo il segno. Infatti nel secondo giro, disputato in due frazioni, con grande grinta e determinazione e sia pure con l’ultimo punteggio utile (49° con 147, +3) ha superato il taglio per la 23ª volta di fila eguagliando la striscia di Gary Player (1959-1982) e di Fred Couples (1983-2007).
Molinari out – Il 12° Masters Tournament di Francesco Molinari è durato invece 36 buche. Un primo giro nel 72 del par poi un secondo in 76 (+4) iniziato con un doppio bogey e proseguito con tre bogey e un solo birdie per il 55° posto con 148 (+4). Dopo la splendida prestazione del 2019 quando terminò quinto, miglior prestazione italiana condivisa con Costantino Rocca, quinto nel 1997(in entrambe le occasioni vinse Tiger Woods), non ha avuto più un buon rapporto con il torneo. È il terzo taglio subito nelle ultime quattro presenze. Uscito a metà gara anche Rory McIlroy che ancora una volta ha dovuto rinunciare all’idea di completare il “Grande Slam” con l’unico Major che manca nel suo palmarès.

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