Il golf in Italia? Per favore smettiamola di mettere la testa sotto la sabbia e cerchiamo di essere onesti con noi stessi e costruiamo qualcosa di veramente sensato se vogliamo portare in fondo questa Ryder Cup. Sono indignato quando leggo post sulla Fiera di Parma che fanno capire che è stato un grande successo. Ma di cosa state parlando? Nella giornata di sabato non c’era nessuno, solo i soliti noti che si scambiavano sorrisi di circostanza, commerciali che andavano alla ricerca di briciole. Perché nessuno ha il coraggio di dirlo?  La fiera di Parma è solo una conferma che il golf in Italia sta andando a male. Quello che mi fa pensare è come la Federazione (non ne capisco il motivo) proprio a seguito di tutto quel casino dei 97 milioni di euro, non abbia potuto trasformare questa opportunità in un megafono per far capire davvero i motivi per il quale ci dovrebbe essere la Ryder in Italia
Che cosa intendo? Perché non è stato fatto un investimento per portare giornalisti (non di golf) possibilmente legati al turismo e organizzare collegamenti con varie trasmissioni televisive (non di golf), anche di gossip, per arrivare alla signora della porta accanto? Perché non sono stati invitati (a gettone) testimonial del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport a venire a provare il golf e in quella occasione ripetere fino allo sfinimento che non avremmo utilizzato i soldi pubblici per portare la Ryder in Italia e che il golf ha solo dei forti pregiudizi?
Quando ero capo ufficio stampa del “Ponte Vecchio Challenge”, ho voluto fortemente che lo stesso venisse trasformato in un evento Vip che parlasse al mondo intero e non solo di golf. Ho ottenuto che si parlasse di golf in 13 trasmissioni televisive (persino a Buona Domenica parlarono di noi). Tantissimi Vip vennero a provare a giocare a golf sul Ponte Vecchio insieme alle persone di strada che passavano di lì, proprio per fare capire che era uno sport per tutti e la rassegna stampa di quell’anno fu esagerata (e non avevamo i social…). Non era stato merito mio, ma di chi aveva creduto nella mia strategia. A Cagliari, qualche anno fa, ho realizzato “La Notte del Golf”, non in un golf club, ma in una location che solitamente viene utilizzata per ricevimenti e matrimoni: ho invitato non golfisti, ma gente comune. Ho allestito, oltre ad un ampia area di prova golf, anche una area dedicata al food e al turismo e proprio grazie a questo abbinamento, facendo provare il golf ad oltre 1.200 persone, l’evento è stato un successo che ho poi ripetuto alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi con oltre 2.500 persone che quella sera provarono il golf e capirono che non era poi cosi esclusivo.
Perché a Parma non sono stati invitati gli assessori al turismo e allo sport delle Regioni che dovrebbero coinvolgere, oltre la Ryder, anche altri importanti eventi (vedi Open di Torino) e promuovere pacchetti turistici abbinati all’evento? Avete mai visto una promozione, in particolare all’estero, che riguardasse l’Open e il territorio? Io in 20 anni mai! Perché allora questo silenzio che sta facendo perdere credibilità al nostro sport ogni giorno sempre di piu? Vorrei darei un consiglio al mio presidente Chimenti: convochi chi come me lavora in questo mondo da 20 anni (non quelli saliti sul carro dei vincitori qualche anno fa e che fanno solo “bla, bla, bla”) e chieda di preparare un programma e una strategia d’intervento in termini di comunicazione; istituisca un concorso di idee e dai migliori ne faccia un comitato di esperti (veri ), però lo faccia presidente, prima che sia troppo tardi.
Alla crescita, o meglio alla ripresa del golf in Italia, abbiamo bisogno tutti. E che tra i protagonisti di questo sport (presidenti, segretari, manager, maestri ecc..) ci sia assoluta sinergia, una sinergia che può avvenire solo se coordinata da un comitato di comunicazione. Se non si ha volontà di farlo, allora continuiamo a mettere la testa sotto la sabbia e non lamentiamoci più.

Donato Ala